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Più che una semplice pista ciclabile si potrebbe definire una vera e propria autostrada che collegherà in Germania le città di Dortmund e Duisburg per un totale di 60 chilometri, con doppia carreggiata separata per sensi di marcia e una larghezza complessiva di 5 metri. Un’opera colossale e molto interessante che dimostra quanto sia evoluta e intelligente la coscienza ecologica e innovativa teutonica, continuando una tradizione che porta già da tempo ai cittadini e turisti la possibilità di pedalare per centinaia di km, nei luoghi più suggestivi, senza automobili e con servizi dedicati. Proprio come in Italia…
La pista ciclabile dei record collegherà i 60 chilometri che dividono i due grandi centri di Dortmund e Duisburg, con tutte le comodità e le modernità del caso, una sorta di aorta del sistema ciclabile tedesco. Per ora si chiama Radler-B-1, ma speriamo che i responsabili dell’area della Ruhr riescano ad inventarsi un nome più accattivante e interessante.
Saranno 60 km completamente pianeggianti, con un asfalto perfetto, la possibilità di pedalare in mezzo alla natura tra i due centri, senza incroci con pedoni né con le automobili e con la possibilità di coprire la distanza nel massimo del comfort. Come commento all’iniziativa, il ministro Harry Voigtsberger, ha sottolineato quanto i tedeschi stiano preferendo la bici rispetto l’auto soprattutto come alternativa all’autostrada A40 (delle lumache, soprannominata).
Una notizia che riempie di orgoglio tutti gli appassionati di bici ma che fa sprofondare noi italiani in uno stato di tristezza senza pari. Chiamare piste ciclabili i nostri aborti di strade dedicate alle bici è un insulto, tra asfalto lasciato a se stesso, pali della luce o del telefono a centro pista e improvvise interruzioni. In Italia si è parlato di progetti sia in Calabria sia in Toscana lungo l’Arno.
Abbiamo solo da imparare dai cugini tedeschi.
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