
Sono passati tre anni e mezzo dalla sua morte, ma Marco Pantani, il ciclista più amato degli ultimi vent’anni fa ancora parlare di sè: Tonina la mamma del campione romagnolo è certa che non si sia ancora fatta abbastanza chiarezza sulla sua fine tragica, potrebbe essere stato addirittura un omicidio.
“Me l’hanno fatto fuori, lo so. L’ho detto subito e continuerò a dirlo, nessuno conosceva Marco come me. So quello che dico e spenderò tutti i soldi che mi ha lasciato per arrivare alla verità” ecco quanto dice Tonina su Repubblica come commento al libro recentemente uscito in Francia proprio sulla vicenda, ‘Vie et mort de Marco Pantani’, scritto dal giornalista francese Philippe Brunel che segue ogni anno per l’Equipe il Giro, molto esperto di Ciclismo italiano e presenza fissa dei maggiori appuntamenti della stagione; qualche volta è stato anche invitato al Processo (si riconosce per la capigliatura nera e lunga). Che siano illazioni o paranoie questo lo si lascia al giudizio del lettore, giudizio per altro che non potrà mai essere rinforzato da prove concrete: come per tutte le morti celebri di personaggi famosi non si metterà mai fine alla storia, come un libro con tante pagine bianche da scrivere e aggiungere di volta in volta.
Marco è morto, non si sa bene come e in che circostanze lasciando un vuoto immenso per tutti gli appassionati veri del nostro sport, figuriamoci per la madre che ha anche dovuto subire l’ultimo periodo quello più difficile e distruttivo e quindi questi sfoghi sono più che giustificati. Continueremo a ricordarlo per le imprese indimenticabili che ci ha lasciato per sempre, nessuno mai come lui ha avvicinato così tanta gente al ciclismo in quegli anni in cui era un po’ in calo, quasi in decadenza.
E’ stato amato alla follia e odiato e perseguitato, preso e osannato poi abbandonato e denigrato, è morto giovane nel peggiore dei modi: una trama non nuova che lo accomuna a tanti personaggi che le generazioni tramanderanno
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Fonte | Ansa