Home » Pogacar e Pantani: due fuoriclasse a confronto sulla salita di Oropa

Pogacar e Pantani: due fuoriclasse a confronto sulla salita di Oropa

Tadej Pogacar e Marco Pantani, il confronto a 25 anni di distanza sulla salita di Oropa

Pogacar Oropa

Tadej Pogacar in azione a Oropa (foto: SprintCyclingAgency)

Quanti parallelismi tra Tadej Pogacar e Marco Pantani. I nostalgici si schierano dalla parte dell’indimenticato Pirata, mentre i più giovani non possono fare altro che ammirare le imprese dello sloveno in forze alla UAE Team Emirates.

Anni diversi, biciclette diverse, situazioni di gara completamente diverse. Eppure, c’è chi ha avuto la voglia di mettere a confronto le due prestazioni sulla salita di Oropa. Torniamo brevemente con la testa al 1999, in quel Giro d’Italia che il ragazzo di Cesenatico stava dominando senza che alcun rivale potesse fermarlo.

Il gruppo si avvicina alla salita di Oropa quando Adriano De Zan in telecronaca esclama: “Foratura, foratura di Marco Pantani”. Subito Davide Cassani, al commento tecnico, corregge lo storico giornalista. “Credo sia un problema alla catena. Sì, a Pantani è saltata la catena“. Un colpo di scena incredibile in una corsa rosa che si era animata nuovamente di botto.

Giuseppe Martinelli dall’ammiraglia ferma i compagni di squadra di Pantani, che nel mentre cambia la bici. Aiutato da Velo, Podenzana, Garzelli e altri, Pantani inizia a rimontare, superando ad uno ad uno tutti i corridori. Alla fine saranno più di quaranta. Un’impresa che neppure il corridore dell’allora Mercatone Uno pensava di aver fatto, tanto da non esultare al traguardo di Oropa. Il tempo di Pantani per scalare la salita? 17 minuti e 4 secondi.

Da Pantani a Pogacar

Veniamo ora al 2024, alla seconda tappa del Giro d’Italia e all’impresa di Tadej Pogacar. Lo sloveno ha attaccato quando mancavano 4,4 chilometri dopo aver forato ed essere finito a terra ai piedi della salita. Torna in mente qualcosa? Anche lui aiutato dai suoi compagni a rientrare, ha poi fatto tirare Grosschartner, Novak e Majka per imporre un ritmo altissimo al gruppo.

Un’accelerazione è stata decisiva per staccare tutti gli avversari e volare tutto solo verso il traguardo di Oropa. Sembra però che Pogacar non abbia dato fondo a tutte le sue energie, a differenza di Pantani, forse anche perché non aveva più il ciclocomputer a indirizzarlo. Tagliata la linea, ecco il dato. Lo sloveno ha scalato Oropa in 17 minuti e 31 secondi, 27 in più del Pirata.

“Vincere una tappa del Giro era uno dei miei sogni, mi mancava solo questo tra i GT ed era qualcosa di importante che non sono in molti a raggiungere. Oggi volevo solo vincere la tappa, non avevamo pensato ai distacchi che potevamo dare ai rivali. Volevo testare la gamba e prendere la maglia e così è andata. Ora possiamo rilassarci qualche giorno e cercare di stare al sicuro al momento degli sprint”. Ha poi raccontato Pogacar.