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Paola Gianotti, da Helsinki a Parigi in bici per la mobilità sostenibile

Con il suo lungo viaggio di 2.700 chilometri, Paola Gianotti ha portato avanti il suo messaggio per la mobilità sostenibile

Gianotti

Paola Gianotti a Parigi al termine del suo lungo viaggio

Paola Gianotti non ha alcuna intenzione di fermarsi, nonostante abbia portato a termine l’ennesima avventura. La quattro volte Guinness World Record ha pedalato da Helsinki a Parigi dal 30 gennaio al 16 febbraio, coprendo 2.700 chilometri in sella attraverso ben otto paesi europei.

Ci si chiede il perché di un’avventura tanto impegnativa quanto stimolante. Il viaggio, denominato “Cycling No Borders“, è una lunga impresa con due obiettivi dichiarati. Il primo è misurare la qualità dell’aria lungo il percorso, monitorando i livelli di inquinamento atmosferico di diverse città europee. Il secondo obiettivo è quello di promuovere la mobilità sostenibile e l’ecosostenibilità. Come? Raccontando a tutti le “buone maniere” adottate nel resto dell’Europa in termini di ciclabilità.

Il viaggio della Gianotti per la mobilità sostenibile

Paola Gianotti ha descritto un vero e proprio spaccato delle realtà europee in materia di mobilità Green. La partenza dalle numerose piste ciclabili di Helsinki, capitale della Finlandia, attraversando i paradisi ciclabili olandesi.

Ma non solo la famosa Olanda. Parliamo per esempio di Tallinn in Estonia, votata Capitale Verde Europea 2023, che già da oltre dieci anni ha reso gratuiti i mezzi pubblici per i cittadini. E ancora Vilnius, capitale della Lituania, che si è messa in testa di diminuire i parcheggi per le auto, costruendo al loro posto delle piste ciclabili.

Fino alla moderna Berlino in Germania, definita da alcuni “smart city” europea. Da anni, infatti, cercando di rendere le sue strade sicure per i ciclisti e di abbassare le emissioni. La soluzione è semplice: allungare i percorsi ciclabili e diminuire la velocità massima consentita delle automobili.

ll viaggio, inoltre, è stata l’occasione per incontrare le istituzioni, i comuni cittadini, i bambini e i ragazzi nelle scuole e molto altro. Per esempio a Helsinki, Riga e Varsavia, ha incontrato gli studenti del programma di scambio Intercultura.

Il messaggio

Il commento di Paola Gianotti sul suo viaggio è un messaggio ricco di significati. “Cycling No Borders è stata un’avventura bellissima e formativa” – commenta Paola Gianotti. “Attraversare l’Europa da Est a Ovest a quella latitudine mi ha dato la possibilità di vedere paesaggi mozzafiato, dalle distese innevate finlandesi alle pianure belghe. Le temperature erano molto rigide, le strade non sempre perfette a causa delle intemperie, ma erano comunque gremite di ciclisti/commuter.

Questo mi ha fatto capire ancora di più che la mobilità dolce è principalmente una questione di senso civico personale e istituzionale, e di educazione. Gli incentivi sono tanti anche per utilizzare i mezzi pubblici, i parcheggi per le auto pochi, e il passaggio verso una mobilità più dolce è quasi obbligato. Ancora di più mi sono convinta che il cambiamento reale richiede un impegno congiunto e coordinato a tutti i livelli della società, dai normali cittadini alle istituzioni.

Tutte le città che ho attraversato si stanno impegnando molto: le Repubbliche Baltiche continuano ad ampliare la rete ciclabile urbana e a diminuire i parcheggi, Parigi sta rivoluzionando l’assetto cittadino per diventare ‘bike- friendly’, per non parlare dei “paradisi ciclabili” come Germania, Belgio e soprattutto Paesi Bassi, già famosi in tutto il mondo. L’integrazione tra i mezzi è di casa e le piste ciclabili collegano anche i paesini più piccoli, cosa che non avviene in Italia. Lo vedo già nella mia zona, nell’eporediese, dove l’auto è d’obbligo anche solo per fare pochi chilometri.

Oltre a una serie di infrastrutture che rendono la scelta della bici sicura, vi è poi un rispetto per il ciclista che in Italia non esiste ancora, purtroppo: qui ci battiamo da anni, per esempio, per inserire nel Codice della strada la legge del “metro e mezzo”, mentre all’estero è già normalità anche senza cartelli. C’è bisogno di una rivoluzione a livello sistemico e in fretta. Dopo tutti i miei viaggi, dopo aver letteralmente girato il mondo, per me l’Italia rimane il paese più bello e vorrei che fosse anche il più green.”