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Giro d’Italia 2024, Milan e Ganna sugli scudi. Pogacar, gli aggettivi sono finiti

maglia ciclamino giro d'Italia

Jonathan Milan con la maglia ciclamino al Giro d'Italia 2023 (foto: LaPresse)

Va in archivio anche la seconda settimana del Giro d’Italia 2024, che rispetto alla prima ha parlato sicuramente più italiano grazie alle tre vittorie conquistate, due da Jonathan Milan (Lidl-Trek) e una da Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). In virtù di questi successi l’Italia ha portato il suo bottino a quattro e la speranza che lo score possa esser ulteriormente migliorato nella terza ed ultima settimana che prenderà il via da martedì con un tappa di montagna molto dura.

L’Italia brilla, ma non sulle salite

I corridori di casa stanno regalando delle belle soddisfazioni al nostro Paese, tant’è che è stato eguagliato il traguardo delle quattro vittorie conquistante esattamente un anno fa da Jonathan Milan, Davide Bais, Alberto Dainese e Filippo Zana. In questa edizione il mattatore assoluto per l’Italia e, soprattutto per la classifica degli sprinter, è sicuramente Milan che complessivamente ha portato a casa già tre vittorie, sfiorandone almeno altre due e con la prospettiva di centrare delle altre.

Il velocista della Lidl-Trek finora si è rivelato impeccabile, sbaragliando la concorrenza senza troppi problemi e cucendosi addosso la maglia ciclamino già conquistata lo scorso anno. Sulla strada è molto difficile che qualcuno possa sfilarli quella casacca e quindi, a meno di clamorosi eventi, Milan dovrebbe arrivare fino a Roma con il simbolo del primato della classifica a punti.

A consegnare una vittoria all’Italia in questa seconda settimana ci ha pensato anche Filippo Ganna che, dopo la beffa subita a Perugia per mano di Tadej Pogacar, si è preso la sua rivincita a Desenzano Del Garda, battendo proprio il fenomeno sloveno. Il corridore della Ineos Grenadiers, grazie a questa affermazione, ha ritrovato il successo al Giro d’Italia a tre anni di distanza dall’ultima volta, quando nel 2021 si assicurò due frazioni.

La nota dolente per i colori azzurri arriva dagli scalatori. Nonostante l’ottimo quinto posto in classifica generale e la maglia bianca di Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), gli italiani non sono riusciti a lasciare il segno nelle tappe più dure di questa edizione. In molti hanno provato ad andare in fuga, ma alla fine si sono sempre dovuti arrendere a qualcuno di più forte, in particolar modo ad un cannibale Pogacar.

Negli ultimi sei giorni di corsa bisognerà capire se Tiberi riuscirà ad avvicinarsi al podio oppure se sarà costretto a difendersi dagli attacchi degli uomini alle sue spalle, su tutti Thymen Arensman (Ineos Grenadiers). Presente in top ten anche Filippo Zana (Jayco Alula), che ambisce a restare tra i migliori fino alla fine della manifestazione prevista domenica 26 maggio.

Pogacar, aggettivi finiti per il fenomeno

Sembra una frase fatta, ma nel suo caso è più veritiera che mai. Gli aggettivi nel dizionario da attribuire a Tadej Pogacar sono davvero terminati, poiché il fenomeno sloveno ha dimostrato ancora una volta la sua netta superiorità rispetto a tutti i suoi avversari. Sul Mottolino, infatti, il ciclista della UAE Emirates ha avuto modo di andare a riprendere la fuga praticamente da solo, saltando anche Nairo Quintana (Movistar) a pochi chilometri dalla fine e prendendosi la sua quarta vittoria di tappa.

Come da pronostico Pogacar ha ormai messo in cassaforte il trionfo in questo Giro d’Italia 2024, ma sicuramente lo sloveno avrà ancora molto da dire nell’ultima settimana perché lui è affamato di vittorie e non si rallenterà fino alla fine della corsa. Pogacar è l’atleta che più si avvicina alla leggenda Eddy Merckx e chissà che non possa addirittura arrivare a superarlo un giorno.

Nota di merito anche per Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step) che, dopo un digiuno durato quasi un anno, è riuscito a tornare alla vittoria nella sedicesima tappa di Fano. Al francese mancava soltanto il successo al Giro d’Italia per completare il tris nei grandi giri dopo le affermazioni ottenute in passato al Tour de France e alla Vuelta.