
Raggiungendo L’Aquila dall’Adriatico non ci si accorge subito del dramma del terremoto dell’anno scorso, anzi paradossalmente basta prestare poca attenzione al paesaggio per non soffermarsi su nulla di strano. L’inquietudine arriva quando si osserva con più attenzione e si scende nel dettaglio.
L’Aquila si nasconde tra una moltitudine di piante e di saliscendi, all’occhio distratto pare una città nella norma, però si incontra presto qualcosa che non va: si notano molti più palazzi del consueto in ristrutturazione, poi si intravedono le crepe, appaiono le case fantasma, lo sguardo oltrepassa cortili e seminterrati verso una quotidianità improvvisamente dilaniata. Finché si raggiunge la ferita aperta della città presidiata dai militari.
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