
Nel giorno più doloroso di questo Tour de France 2008, un sorriso ce lo porta Mark Cavendish (foto Eurosport). Cannonball che viene dall’Isola di Man dimostra di aver una condizione stratosferica, in questo momento lo si supera solo facendolo cadere o chiudendolo alle transenne. E’ troppo superiore a tutti i comuni mortali allo sprint. Secondo Chavanel, terzo Steegmans, quarto Zabel. Nessuna variazione in classifica. La Lavelanet Norbonne è la terza vittoria in questo Tour.
Il succo sta nell’espressione di Oscar Freire arrivato quinto. Quando la maglia verde taglia il traguardo rivolge una rapida occhiata al giovane collega, poi lentamente riporta il capo verso la strada con le sopracciglia alzate e un’espressione a metà tra la delusione e la rassegnazione. Una volta vinceva lui così, ora invece lo sprinter del Team Columbia può permettersi di partire quando mancano più di 150 metri piegandosi e comprimendo il piccolo e guizzante corpo verso l’interno, come una molla che si sta caricando.
Non ha bisogno della squadra, gli basta essere nelle prime 10 posizioni negli ultimi 300 metri e fa tutto lui. La consapevolezza della forza sta anche nel suo non guardarsi mai indietro, nemmeno al traguardo, non ha dubbi che nessuno riesca a prendere la sua ruota. Scava subito un vantaggio al momento dello scatto e poi lo mantiene, gli avversari possono solo guadagnare qualche metro nelle ultime pedalate, quando lui si alza per esultare.
Bravissimo.
E ottimo ragazzo, per niente sbruffone; la sua correttezza e integrità ne esaltano le qualità atletiche.
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