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Che spettacolo alla prima tappa in linea del Tour de France 2012, da Liegi a Seraing dopo 198 chilometri si sono trovati in testa nientemeno che la maglia gialla Fabian Cancellara e il fenomeno assoluto del momento, lo slovacco Peter Sagan. In realtà il giovanissimo alfiere della Liquigas Cannondale ha giocato di grande astuzia: prima dello strappetto finale – un falsopiano per l’amor del vero – ha finto di essere un po’ cotto, così l’elvetico ha messo giù il rapportone ed è scattato. A quel momento (ai -1.5km circa), Sagan gli si è accodato e ha sfruttato un passaggio gratuito sul trenino giallo, che lo ha scortato alla perfezione fino agli ultimi 200 metri, momento in cui è scattato ed è giunto a braccia alzate (anzi, a braccia sui fianchi) sul traguardo della prima frazione della corsa francese.
Si prospettava una grande battaglia sul finale e così è stato. Così come con l’arrivo sul pavet del 2007, Fabian Cancellara ha provato il colpaccio trionfando in giallo e ce l’avrebbe pure fatta se alla sua ruota non si fosse infilato quel vecchio (giovane) diavolo di Peter Sagan. Lo slovacco non ha tirato un singolo metro e poi lo ha uccellato sul finale, con quella cattiveria e spietatezza agonistica tipica dei grandi campioni. Di sicuro Fabian deve ancora smaltire un po’ di nervoso, ma d’altra parte – e suo malgrado – ha svolto il compito quasi di compagno di squadra dell’uomo della Liquigas Cannondale.
Terza posizione per Edvald Boasson Hagen: da distante poteva sembrare la maglia BMC di Cadel Evans, ma la squadra colosso dell’australiano oggi giocava la carta del norvegese. E il talentuoso e massiccio corridore ce l’aveva quasi fatta ad agganciare il duo Sagan-Cancellara, ma proprio lo sforzo speso per il rientro ha prosciugato le forze in vista dello sprint finale. E’ emblematica la quarta posizione finale di Philippe Gilbert: seppur ottimo, il piazzamento del belga è sintomatico sulla condizione da affinare.
L’anno scorso avrebbe vinto pedalando anche al contrario e in impennata.
Un bell’inizio di Tour de France 99esima edizione, non c’è che dire: dopo una cronometro iniziale all’ultimo respiro, corsa al limite sui 6400 metri di percorso, subito una frazione sfiziosa, per movimentare un po’ le acque, ma finalmente sarà ora terreno per i velocisti e tutti saranno alla caccia di Mark Cavendish, compreso il nostro Alessandro Petacchi, la vera incognita di questa corsa gialla. Seguitela con noi.
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