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Carlos Sastre è davvero un personaggio, concreto fino all’esagerazione, ha idee chiare, pesa ogni parola come fa quando pedala, ma quando piazza l’affondo a parole ci va giù pesante. “Di quel che pensa Armstrong non me ne frega un ca**o”
La domanda era “Armstrong ha detto che quando ti ha visto andare a conquistare la maglia gialla al Tour ha pensato che se ce la facevi tu allora poteva farcela anche lui”. Al che Carlos fa spallucce e dice “Non so come si dice bene in italiano ma di quel che pensa lui non me ne frega…” eccetera.
Sastre parla un po’ di sé, dice che in corsa non spreca inutilmente nemmeno una briciola di energia, che potrà sembrare triste ma solo perché è concentrato e perché lui è felice solo quando è in famiglia.
Già, la felicità, un sentimento che nella CSC era (sempre parole sue) legata ai tanti amici che si era fatto, tra cui Basso con il quale ha ancora rapporti cordiali e che stima prima come uomo e poi come corridore. Poi il passaggio alla Cervelo, una squadra più piccola, che lo coccola di più in cui finalmente è un capitano unico per dimostrare tutta la sua classe.
Infine un paragone interessante, forse il Giro si deciderà sul Vesuvio che è un vulcano, lui si sente come un vulcano? “Sì, penso di essere molto simile perché sono un tipo tranquillo, ma quando voglio so diventare esplosivo”. Sì, di gambe e di lingua!
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