Riccardo Riccò (foto, LaPresse) ha già trovato squadra: come accade ormai sempre più spesso a un campione che ha subito una squalifica per doping c’è già un team pronto a firmare un contratto interessante quando il ritorno alle corse è ancora distante. In questo caso Riccò si è legato alla Ceramica Flaminia.
Riccardò Riccò in questo momento non è un ciclista professionista, sta scontando una pena che scadrà l’anno prossimo, più precisamente il 18 marzo 2010. Ma grazie all’accordo con la Flaminia ora in tasca ha già un contratto fino a fine 2011 con una squadra di seconda fascia. Riccò sta per diventare padre (tutti i più sinceri auguri), ha commentato “Sono molto soddisfatto per la scelta fatta, mi sto allenando con costanza per tornare a dimostrare quanto valgo”.
E quanto vale Riccò? Quale Riccò dobbiamo prendere come riferimento per sapere il valore di quello apparentemente pulito? Di sicuro quello che volava al Giro e al Tour non era il vero Riccò ma una versione bionica alla Cera, forse si dovrà quindi fare paragone con il Riccò discreto corridore da piazzamento e qualche vittoria ma non da classifica finale di un Grande Giro. Beh allora non gli sarà difficile dimostrare quello che vale. Veramente.
Riccò ha tutto il diritto di tornare, di avere una seconda opportunità, ma questo non vuol dire che sia giusto moralmente e sportivamente appropriarsi di questa chance. Fossi stato in lui, dopo quel che ha fatto e dopo la figura soprattutto che ha regalato all’Italia intera con il compagno Piepoli al Tour, sarei annegato nella vergogna e mi sarei trasferito in un piccolo paese e avrei cercato un lavoro onesto e anonimo e mi sarei dedicato a compagna e figlioletto.
Ma il suo ritorno e il suo inno all’umiltà (umiltà-Riccò, che bell’ossimoro) non sorprendono e le squadre in tal senso non danno una mano alla situazione proponendo contratti addirittura prima della fine della squalifica.
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