Riccardo Riccò vittima di se stesso. E dell’autotrasfusione
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Riccardo Riccò è stato vittima della sua pochezza mentale che ancora una volta ha messo il ciclismo italiano in ginocchio e, ancora peggio per lui, l’ha portato vicino alla morte. Secondo le ultime voci che sono quanto di più vicino all’ufficialità, Riccò si sarebbe prelevato una quantità di sangue conservandolo in frigo per 25 giorni per poi re-immetterselo. Autoemotrasfusione, signori. Da li il malore, il blocco renale, l’embolo polmonare e il ricovero in prognosi riservata presso la struttura ospedaliera di Modena dopo il trasferimento da Pavullo. Speriamo sia l’ultimo capitolo di una delle più brutte storie del professionismo italiano, come suggerito dalla Federazione, Riccò dovrebbe prendere tempo per se stesso e allontanarsi il più possibile dal ciclismo.
Non c’è nemmeno spazio per l’amarezza perché non stupisce affatto quest’ennesimo comportamento inqualificabile di Riccò che è arrivato secondo al Giro d’Italia 2008 per poi esser fermato al Tour 2008 dopo due tappe vinte quand’era portatore di Epo Cera. Tutta l’arroganza mostrata quando correva da dopato (leggi questa testimonianza) col compagno di merende Piepoli ha causato lo scioglimento della Saunier Duval con conseguente perdità di lavoro per decine di persone.
Ovviamente ha spergiurato che non si era dopato, ovviamente ha ritrattato e altrettanto ovviamente è stato messo sotto contratto prima ancora di terminare la squalifica. Prima alla Flaminia poi alla francese Vacansoleil, che ora afferma che lo licenzierà se la positività sarà confermata: decisione inutile visto che sarà radiato e visto che non sono stati affatto lungimiranti.
Nell’ambiente possimi hanno creduto a Riccò, solo i tifosi col loro amore irrazionale e proprio per loro dispiace per questo ennesimo caso di grande delusione, visto che l’hanno sempre protetto anche quando era indifendibile valutandolo talentuoso e persino simpatico nel suo comportamento. Un pensiero va al figlioletto, forse una delle più grandi vittime di questo ennesimo caso.
Ma soprattutto un pensiero va ad Aldo Sassi: ci associamo al pensiero di Paolo Bettini che ha affermato che Riccò ha tirato una bella carognata al Professore. Riccò è stata la sua ultima scommessa prima di lasciarci per un male incurabile. Avrebbe voluto vederlo vincente al Giro, a questo punto con un immenso malincuore c’è il piccolo sollievo della consapevolezza che si è risparmiato questa notizia assurda.
Auguriamo a Riccò di riprendersi nel migliore dei modi e speriamo che si ritiri non solo dal ciclismo professionistico. Ci sono tanti aggettivi che vengono in mente per descrivere Riccò, meglio non scriverne nemmeno uno.
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