
Oggi abbiamo seguito buona parte del percorso, eravamo in tre: la Focus, il mio compagno di avventura per le ultime due frazioni Vittorio di Radio Capital (e non solo) e io. Per almeno la metà dei km siamo stati dietro la carovana pubblicitaria e l’andatura era prossima a quella dei corridori.
Tra una sosta, un camion che si immetteva repentinamente in corsa e un passaggio a livello, ho capito cosa significa “andatura blanda”. Così c’era tempo e spazio per osservare l’attesa del Giro, non molta a valle, di più sulle erte. Con il mio collega osservavamo la strana mancanza di decorazioni rosa prima delle salite e così ho ripensato al trionfo in Olanda e nelle precedenti tappe e mi sembra sia passato un anno, i capelli sono cresciuti, la barba sembra abbia velocizzato i suoi ritmi
Domani ultimo tappone, causa maltempo e neve non si sa quale percorso si farà: l’originale? La variante A, B o C? Mistero, forse è l’unico che rimane. Come per le tre vie per il Mortirolo, la vetta è una sola. E’ sempre uno spasso ascoltare le conferenze stampa perché si può già prevedere ciò che verrà chiesto e ciò che verrà risposto: Ivan Basso in questo è un maestro assoluto, anche se oggi ha perso un po’ della sua serenità intoccabile quando hanno parlato della sua poca predisposizione alla discesa. Si cerca di allungare la vita a questo Giro, ma oggi la classifica ha subito un gran bello scossone.
Oggi la Focus avanzava un po’ a singhiozzo, ha forzato un po’ i tempi per rientrare in corsa e così è andata leggermente in crisi nel punto in cui si è decisa la corsa, sullo strappo al 15% che portava all’Aprica, più o meno nel punto in cui la maglia rosa di Arroyo ha iniziato a perdere colore e sfumare verso il nero-rosso originario. Un km più avanti la procedura inversa interessava la maglia verde rettile della camiseta Liquigas di Basso.
Il rosa è stato volatile e un po’ capriccioso, oggi sembra aver trovato il porto a cui attraccare.
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