
Leonardo Piepoli è ormai un ex corridore: pizzicato al Tour de France positivo alla Cera dopo qualche esame in più rispetto agli altri truffatori, ora ritorna a parlare dalle pagine della Gazzetta in un’intervista di Pastonesi. E le sue sono parole durissime verso se stesso, lacrime di coccodrillo.
Piepoli parla da perfetto pentito e maledice ciò che ha fatto non cercando attenuanti (anche se implicitamente giustificando quanto meno le motivazioni), alla domanda del perché risponde che “Dopo la caduta del Falzarego mi sono rotto quattro costole e moralmente ero a pezzi, c’era la Vuelta in programma e successivamente anche il Tour dietro invito di Piepoli, così ho cercato di tappare il buco di preparazione tutto da solo, senza chiedere il parere di nessuno”. Avidità di vincere “No, le vittorie le ho sempre regalate, ho iniziato il Tour piano poi la condizione è cresciuta più in fretta di quanto pensassi e così ho fatto l’errore di vincere sull’Hautacam, ho pensato di averla rubata ma poi mi son detto Per una volta nella vita, dopo tante sfortune”. Mah.
E giù a raccontare di quanto fosse affranto, di quanto sentisse la delusione dei tifosi soprattutto quelli più piccoli, di come sia sempre stato pulito e immacolato sin da bambino. Quindi uno di punto in bianco decide di doparsi a 36 anni se prima ha sempre dato l’anima in allenamento comportandosi egregiamente in corsa? Si rimane sempre stupiti quando un corridore amato viene trovato positivo, ma fa ancora più male sentire le sue parole a caldo quando nega e spergiura e poi a freddo quando si veste di bianco e piange su se stesso, forzando l’auto-punizione.
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Fonte | Gazzetta