E sono tre. Tom Boonen sta diventando uno dei corridori che legheranno per sempre il loro nome a quello della Parigi Roubaix. Anzi lo è già: con un’azione di potenza, concentrazione e un pizzico di opportunismo ha vinto per la terza volta, arrivando tutto solo al velodromo. Secondo un ottimo Pozzato.
258 km nella leggenda in mezzo a due ali di folla per Tom Boonen, 28 anni e qualche problema di troppo con la giustizia non solo sportiva. Pozzato dà il tutto per tutto, ma è vittima della “sfiga” come dice lui stesso al traguardo. La vittoria di Boonen è stata innescata paradossalmente da una caduta, quella di Flecha al Carrefur de l’Arbre che ha spezzato il gruppetto in fuga. Poi il belga ha sfruttato il lavoro di Hushovd (poi terzo al traguardo) che cade rovinosamente a terra non prima di aver dato qualche frustata che si rivelerà decisiva.
Pozzato ci ha provato tutto solo in una gara a inseguimento su pavet e asfalto, ma il distacco è rimasto a galleggiare per qualche minuto a 15-18 secondi per poi arrivare a quasi 50 sul traguardo quando ormai i giochi erano fatti. Boonen non si volta mai, se non proprio all’ultima curva del velodromo quando vede arrivare Pozzato. Non sa che ha un giro di distacco o forse per non rischiare fa pure una piccola volata. Arriva sorridente, sporco e un po’ tagliato sul braccio facendo “tre” con entrambe le mani. Pure il vincitore della passata edizione ha forato ai -30 ma è riuscito subito a riportarsi sotto.
Il pubblico è stato super come sempre, con quella sottile malizia di lasciare completamente sgombra la strada nei tratti in pavet al connazionale e un po’ meno agli “stranieri“. Un rovinoso incidente ha provocato 10 feriti di cui 3 gravi. Non si trattava di corridori, ma di una moto che è piombata sulla folla.
Come sempre la Roubaix ha lasciato grandi distacchi tra i primi e gli immediati inseguitori. Basti pensare che il nono in classifica e secondo italiano Quinziato è arrivato a oltre 5 minuti.
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