Parlano gli Azzurri dopo il Mondiale di Mendrisio 2009 vinto da un grandissimo Cadel Evans con uno scatto perentorio sull’ultima salita. Inizia il CT Franco Ballerini poi proseguono gli altri italiani che hanno corso sull’impegnativo percorso svizzero.
Appena è finita la gara è subito partito il processo agli azzurri da parte della stampa e degli appassionati, si cerca di capire cosa non ha funzionato, chi ha toppato, chi forse ha dato troppo o nel tempo sbagliato. Discorsi fini a se stessi, ha vinto chi era più forte e chi ne aveva di più: Cadel Evans, con una condotta di gara senza sprechi lasciando sfogare gli altri. Non è demerito degli italiani ma merito degli altri, forse si deve scendere di un gradino dalle pretese; c’è un po’ di presunzione nel considerare l’Italia sempre la Nazionale da battere e quella da accusare in ogni caso se poi perde. C’è sempre troppa pressione e questo pregiudica l’andamento in corsa dove si dà troppo e la tranquillità mentale degli atleti. Costì loro devono sempre dimostrare, devono tirare dal primo all’ultimo giro e entrare in tutte le fughe.
Cancellara aveva più birra forse anche di Evans ma aveva gli occhi rossocrociati di passione e non ha capito più niente. Poi c’è il particolare non da poco della foratura: si è dovuto fermare, deconcentrare, poi è ripartito in uno strappo in salita con il rapporto massimo, una cosa mai vista sembrava che le gambe fossero sul punto di esplodere.
Avesse incalanato tutta questa sua straordinaria forza al momento giusto avrebbe vinto con mezzo giro di distacco.
“Avremmo dovuto entrare nella prima fuga – dice Ballerini – Scarponi, Visconti, Ballan e Paolini sono stati bravi. I ragazzi hanno fatto un buon lavoro sono stati leali (oltre che ottimi compagni di squadra collettivi NDR). Evans è stato il più forte, complimenti”. Cunego si lamenta di esser rimasto da solo l’ultimo giro “Dovevo rincorrere tutti, la gara è venuta fuori meno dura del previsto, non l’abbiamo ben interpretata, ringrazio tutta la squadra”. Pozzato “Se non ci muovevamo noi non lo faceva nessuno”, ragione in più per mandare subito un uomo nella prima fuga e poi starsene tranquilli. Ivan Basso “Dopo aver tirato per tutto il penultimo giro ho perso le ruote di Cancellara quando è scattato in salita”.
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