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C’è anche tanto Mario Cipollini nella nuova tornata di carte svelate dal processo a Eufemiano Fuentes, il ginecologo star del doping che ha rifornito fior di campioni non solo spagnoli e non solo del ciclismo (vedi la squadra di calcio della Real Sociedad). Secondo quanto svelato dalla Gazzetta, dietro al nome in codice “Maria” – complimenti tra l’altro a Fuentes per la fantasia – si nasconderebbe proprio Cipollini che avrebbe ottenuto grandi quantità di Epo, Ormoni e Anabolizzanti proprio nella sua stagione più bella, il 2002 che ha visto il Re Leone vincere il suo primo e unico Mondiale di Ciclismo a Zolder in Olanda. Ma è stato anche l’anno dell’incomprensibile ritiro per qualche mese, che ora più che mai, effettivamente, trova senso in una preparazione ad hoc oltre il limite del regolamento.
Manca ancora l’ufficialità, ma tutto sembra chiaro: il numero di fax associato a “Maria” è proprio quello della casa di Lucca di Mario Cipollini, che si sarebbe affidato a Fuentes nella sua stagione cardine. Il ritiro a sorpresa a Luglio – che sembrava una mossa puramente per isolarsi e preparasi atleticamente – era in realtà la via migliore per rifinire gli ultimi dettagli e prepararsi con l’ultima tornata di ormoni, anabolizzanti e per fare il pieno di sacche di sangue allenato per un’autoemotrasfusione in vista dei mondiali olandesi. E ora cosa succederà? In tribunale si va avanti, ovviamente ora Mario è già ritirato quindi l’eventuale squalifica potrebbe coinvolgere la sua attività dirigenziale nel mondo del ciclismo. Si rischia di certo un bello sfoltimento di vittorie nel palmares.
Ma in tutto questo, ciò che forse è più irritante è la posizione assunta proprio dalla Gazzetta dello Sport che ora si elegge a paladina della pulizia e della giustizia, ma che negli anni passati non ha certo perso l’occasione di promuovere a tutto spiano campioni di cui si sospettava non poco la sporcizia. Da Lance Armstrong strapagato e celebrato al Giro d’Italia a Riccardo Riccò che doveva essere il nuovo Pantani, fino a Ivan Basso con il racconto del ritorno al professionismo stile agiografico.
E infine appunto Mario Cipollini: come scrivono oggi sulla rosea si sospettava da tempo, eppure loro stessi hanno dedicato grandissimo spazio a Cipo soprattutto a fine carriera, con i trafiletti durante il Giro e le altre numerose iniziative editoriali.
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