http://www.suipedali.it/articolo/la-sala-stampa-cervelli-rombanti-e-il-suono-delle-tastiere/2307/

Durante il riempimento c’è fermento, tipo primo giorno di scuola, durante le prime fasi della tappa aleggia un po’ di fancazzismo e di atmosfera da gita, quando si apre il buffet c’è la corsa sfrenata ai succulenti piatti che ogni comitato tappa prepara per i media e l’organizzazione.
Poi ecco la diretta TV delle fasi più importanti della frazione e con i commenti tra il tecnico e il bar sport. Mattatori assoluti i gemelli Viberti (La Stampa e Tuttosport) che sono davvero irresistibili, hanno quella comicità sfacciata e irriverente che non ti aspetti guardandoli in TV. In Sala Stampa si rivive un po’ dello spirito scolastico.
I chilometri finali della frazione sono vissuti con grande attenzione: c’è chi deve pubblicare subito la notizia come l’ANSA e quindi deve battere sui tasti a tutta velocità, c’è chi prepara già il servizio TV e registra col microfono la traccia audio, c’è poi chi ha tutto il tempo del mondo e se la prende comoda. In tutto ciò scorrono fiumi di Estathe alla pesca e al limone, il frigorifero si svuota sempre molto prima del triangolo rosso.
Ovviamente c’è chi sceglie di seguire l’arrivo dal box stampa situato – solitamente – qualche decina di metri dopo la linea del traguardo così da cogliere al volo le dichiarazioni dei protagonisti. A seconda che il Quartiertappa si trovi vicino o lontanissimo dall’arrivo questi giornalisti e fotografi arriveranno al piccolo trotto o come bersaglieri avventandosi poi sul PC per trasmettere testo o materiale video e foto.
Dopo l’arrivo, però, cala il silenzio lavorativo. Tutti a testa china sulla tastiera, come in un compito in classe c’è chi chiede suggerimenti a chi prende tanti appunti “Chi era quello che è andato in fuga al primo GPM?”, “Quanti minuti aveva Arroyo da Basso prima de L’Aquila?”, “La Cofidis in che tappa aveva già vinto?” e così via. La solidarietà regna sovrana.
Vista l’attesa per un passaggio in auto – in questo particolare Giro in autostop che non potevo nel modo più assoluto prevedere – ho sperimentato da qualche giorno l’effetto della sala stampa che lentamente si svuota, delle postazioni che scompaiono come le stelle al mattino puf una dopo l’altra, finché rimangono i ritardatari, che poi sono quelli più lenti o semplicemente pignoli.
Ma l’attimo che amo di più è quando tutti i cervelli frullano a velocità massima formulando cronache, cercando similitudini, ricordando episodi e aneddoti per arricchire gli articoli. Osservo spesso i miei colleghi ed è uno spettacolo di menti a pieno regime, di occhi che passano velocissimi su fogli, almanacchi e quaderni.
E poi c’è la musica dei tasti, un concerto di tictic tactac, chi preme con gentilezza, chi con fervore, chi con solo una mano rapida come quella del diavolo.
Finisce la giornata, tutti gli articoli e i servizi tv sono pronti da dare in pasto alle redazioni, si pensa già alla frazione dopo, si studia il pronostico per il concorso, si infila il foglietto nell’urna e si esce a riveder le stelle con la pancia che brontola e i navigatori GPS già pronto a guidare l’esercito verso una nuova terra da conquistare e occupare.
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