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Il Tour de France 2011 è terminato con il successo di Cadel Evans e ci ha regalato i fuochi d’artificio migliori proprio verso il suo tramonto, con le azioni memorabili di Andy Schleck e soprattutto di Alberto Contador. E’ stato un Tour di cadute, di fischi immeritati e di follie. La stampa italiana ha colpevolmente dato poca eco a una delle più emozionanti edizioni della corsa gialla degli ultimi anni. Ecco, se volessimo trovarne una collocazione in un’ideale classifica, dove mettereste il Tour 2011 rispetto a quelli degli ultimi anni? Probabilmente è stato il migliore da quello del ’98 di Pantani.
Il Tour de France 1998 è come un gran premio della montagna hors categorie, viste le emozioni che hanno portato al mitico bis Giro-Tour da parte di Marco Pantani. Ma, continuando col paragone, quello del 2011 vinto da Cadel Evans merita la “prima categoria”.
Non sono d’accordo con Gianni Mura che, in un intervento radiofonico a Radio Capital, ha affermato che di questo Tour ricorderemo solo il finale, come un ottimo dessert a termine di una cena “normale”. Quest’anno il Tour ha regalato un inizio da Giro d’Italia, con tappe dall’arrivo incerto, tante fughe e gli inevitabili momenti “negativi” come le molte cadute, gli insopportabili fischi dei francesi a Alberto Contador e la disgustosa scena dell’auto che investe i fuggitivi.
Ma abbiamo vissuto il talento cristallino di Gilbert prima maglia gialla, la volata all’ultimo fiato tra Contador e Evans alla quarta tappa (quarta!), quella commovente di Farrar con dedica all’amico Weylandt e ancora lo scontro ibrido tra Cavendish e l’arcigno Gilbert.
I due norvegesi Thor Hushovd e Edvald Boasson Hagen hanno dato spettacolo con due frazioni a testa. Il portoghese Rui Costa completa una fuga infinita e abbiamo applaudito alla rivincita del “secondo” Greipel sul principe Cavendish.
Sui Pirenei è salito in cattedra il pimpante Sanchez che ha battuto Vanendert, il belga si è rifatto con un coraggioso attacco il giorno seguente. E poi il trittico finale con la fuga di Schleck verso il Galibier, il tentativo oltre ogni limite di Contador e la crono che ha incoronato Evans.
Non solo il dessert, dall’antipasto al primo, passando dal secondo, questo Tour de France si ricorderà a lungo.
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