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Nella puntata del Diario del Giro odierna vi voglio parlare di una tradizione della corsa rosa, che però è nascosta agli occhi degli spettatori e degli appassionati perché è una piccola chicca riservata ai giornalisti. Sto parlando del concorso dei pronostici, una gara sentitissima e combattuta.
Quello che vedete in foto è il libretto che consegnano a inizio Giro a tutti i giornalisti che prenderanno parte a tutte le tappe. C’è un numero identificativo e tanti foglietti all’interno sui quali appuntare il nome dei primi cinque corridori – o squadre, nel caso delle cronosquadre – classificati nel corso della frazione.
Si strappa il biglietto e lo si ripone nell’urna che solitamente viene riempita già la sera precedente la tappa, non appena viene esposta in sala stampa. Molti preferiscono portare il foglietto direttamente al foglio firme della partenza della tappa stessa, magari dopo aver sondato un po’ il terreno ascoltando eventuali propositi d’attacco degli avventurieri di giornata.
Una volta raccolti tutti i pronostici avviene lo spoglio nel corso della tappa, così che una volta ufficializzato l’arrivo e i piazzamenti si passa all’assegnazione dei punti. Se si indovina il vincitore si ricevono 10 punti, il secondo 7 punti, il terzo 6, il quarto 5 e il quinto 4. Per tutti i corridori indovinati nella posizione sbagliata ecco 2 punti. Ogni giorno c’è un “vincitore di tappa” e ovviamente il “vincitore del Giro dei pronostici“.
Vi assicuro che la competizione è molto sentita: il foglio con i risultati della gara è uno degli ultimi che vengono consegnati in sala stampa a termine della tappa e tutti gli occhi scorrono velocissimi a cercare il proprio nome, non appena si riceve il foglio. L’anno scorso ha vinto Beppe Conti con largo vantaggio, quest’anno anche qui la situazione è un po’ in stallo viste le tante fughe e vincitori imprevedibili.
Beh, oggi no, il buon Farrar era facilmente pronosticabile… ma domani? Gli uomini di classifica guardano con appetito all’impegnativa tappa con arrivo a L’Aquila, non perdetevela.
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