http://www.suipedali.it/articolo/giro-d-italia-2012-con-poco-sud-e-nuova-polemica/4121/


Anche il Giro d’Italia 2012 non soddisfa gli appassionati di ciclismo del Sud Italia (ma non solo). Con la partenza dalla Danimarca e l’invocazione a meno trasferimenti da tappa a tappa, ci si ritrova con una coperta troppo corta. Soprattutto se è impossibile rannicchiarsi per cercare di rimanere al calduccio. Tre frazioni e un riposo se ne vanno in soli quattro giorni, senza nemmeno arrivare in territorio nazionale e così rimangono due settimane e mezzo con un solo riposo per cercare di limitare al massimo gli spostamenti. Risultato? Un ricciolo che dal Nord-Est scende fino a mezzo Adriatico per poi tagliare verso la Campania e risalire per giungere a Milano.
Parliamoci chiaro, la decisione di partire dalla Danimarca, come già era avvenuto per i Paesi Bassi, ha ovviamente una ragione economica e commerciale. Il Giro è una manifestazione con migliaia di persone e con un budget notevole, dunque si deve cercare di far quadrare i conti in qualche modo. La soluzione più semplice è quella adottata appunto per il 2012.
Ovviamente l’altro lato della medaglia è la totale assenza da diverse regioni che sono “tagliate” per limitare al minimo gli spostamenti da tappa a tappa. Già perché oltre alla ragione economica c’è anche quella di chi il Giro lo popola e lo spettacolarizza ossia i corridori, che l’anno scorso hanno fatto chiaramente capire (a ragione) di essere stufi.
E così ascoltando uno e l’altro si è deciso di sacrificare una porzione di pubblico.
L’anno scorso si è arrivati in Sicilia (e più di così era difficile fare, a meno di non tagliare l’inutile sconfinamento in Austria) scontentando i corridori con i maxi trasferimenti, il 2013 sarà l’anno di un Giro d’Italia 2013 davvero italiano? Lavoro delicato quello degli organizzatori.
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