

Ettore Torri abbassa i toni sul doping, ma non ritorna sui propri passi. Il procuratore antidoping del Coni ha infatti definito la situazione come in miglioramento, ma ancora pesantemente drammatica, soprattutto per quanto riguarda il settore degli amatori e dei dilettanti. Sono proprio queste le categorie di sportivi su due ruote più a rischio visto che i controlli sono meno profondi rispetto a quelli a cui sono sottoposti i professionisti. Tuttavia c’è della luce fuori dal tunnel.
Ettore Torri aveva stupito tutti l’anno scorso quando disse sostanzialmente che tutti i ciclisti erano più o meno dopati. Oggi raffredda i toni e sceglie una via più diplomatica e vicina al vero: la situazione tra i professionisti è in netto miglioramento, ma tra i dilettanti e amatori non si scherza.
Non è una novità, ci sono mele marce come genitori che dopano figli, ragazzini già scafati e amatori che si bombardano per arrivare 147esimi alla corsa di paese. Ma è una triste verità non esclusiva del ciclismo. Torri ammette “C’è stato un cambiamento abissale“, durante l’incontro a Faenza.
Era impegnato al convegno “2001-2011, dieci anni di lotta al doping, bilanci e prospettive” organizzato dall’Associazione corridori professionisti italiani e dell’Associazione medici del ciclismo, con la partecipazione dell’Associazione dei direttori sportivi professionisti, proprio dieci anni dopo la legge n.376/2000 sulla lotta al doping.
296