
Quel che si temeva è avvenuto: Il Giudice di ultima istanza in materia di doping del Coni ha fermato per tre mesi il corridore della Liquigas e ultimo vincitore del Giro d’Italia, Danilo Di Luca, per via della sua frequentazione con il medico Santuccione coinvolto in casi poco chiari. Squalifica strana, che non ha senso nè (ammesso e non concesso) se Danilo sia colpevole nè se sia innocente.
Il perchè è presto detto, nel primo caso, cioè ammettiamo che sia coinvolto in traffici poco leciti e che abbia fruito di aiuti non permessi questi 3 mesi sarebbero uno schiaffo nel nulla, uno stop nel periodo invernale che gli farebbe perdere “solo” il Giro di Lombardia. Poi certo il danno morale è molto più consistente.
Ma non ha nemmeno troppo senso se Di Luca effettivamente non c’entra visto che non ci sono prove inoppugnabili a suo carico e suona quasi come una giustifica dell’allontanamento dal Mondiale di Stoccarda. La Procura Antidoping del Coni aveva proposto 4 mesi, alla fine ridotti a 3, per Di Luca, che commenta di essere “decisamente deluso. Vado avanti per la mia strada e sono assolutamente convinto della mia innocenza“.
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Fonte | Eurosport