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Chris Horner ha dunque vinto la Vuelta di Spagna 2013 davanti a Vincenzo Nibali e a Alejandro Valverde, ma non sono pochi gli analisti e gli appassionati che si chiedono per quanto tempo il nome dell’americano 42enne rimarrà nell’albo d’oro della grande corsa a tappe spagnola. Sembra strano chiedersi per quanto tempo un corridore possa rimanere vincitore. O forse no: purtroppo abbiamo assistito troppe volte a un rimescolamento di nomi e di posizioni nelle classifiche non così finali. E il motivo era sempre lo stesso: il doping. Nel caso di Horner, stupisce il suo cambiamento repentino da corridore buono ma non eccezionale a imbattibile scalatore. Soprattutto alla sua età.
C’è stato anche un piccolo giallo legato alla reperibilità del corridore all’indomani della vittoria delle Vuelta: la commissione antidoping l’aveva cercato in hotel senza trovarlo, peccato che non avesse preso in considerazione la comunicazione inviata dallo stesso Horner per avvertire il cambio di “residenza” momentanea. Dunque, allarme rientrato: ma non è sufficiente, perché sul cranio mezzo pelato di Chris volteggiano gli avvoltoi dei dubbi. Sono pochi quelli che credono nella pulizia del 42enne della Radio Shack.
Finora Horner ha vinto pochissimo e di certo mai con l’autorità e la prepotenza vista in questa edizione della Vuelta che ha tolto i veli da uno scalatore insuperabile sulle pendenze severe, mai stanco, con un viso sempre concentrato e rilassato. Uno in grado di battere facilmente un campione come Vincenzo Nibali che di certo non era al top della forma, ma che dalla sua poteva contare su un curriculum ben più altisonante e oltre un decennio in meno. Saremmo veramente felici di sbagliarci, ma è difficile credere a questa favola.
Come al solito dentro c’è un americano e questo americano è pure sbucato fuori dal quasi nulla.
Non sono sufficienti le vittorie al Giro della California per giustificare un tale cambio di ritmo e di talento. Per quanto rimarrà così la classifica generale della Vuelta di Spagna 2013? Non resta che attendere, fiduciosi che – in una via o nell’altra – giustizia sarà fatta.
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