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Shimano Dura-Ace Di2 7970 è il cambio elettronico per la bicicletta di ultima generazione visto per la prima volta al Giro di California che si sta correndo in questi giorni. Ma vediamo come funziona e quali sono le prospettive future di questo componente innovativo.
Si tratta di un momento di frattura netta tra il passato e il presente della tecnica perchè si passa da un sistema totalmente meccanico a un componente indispensabile elettronico e in quanto tale autonomo. Inutile dire che già due scuole di pensiero si sono auto-formate.
La Columbia High Road, la Garmin Slipstream e la Rabobank stanno testando lo Shimano Dura-Ace Di2 7970, qualcuno grida al “doping tecnologico”, ma forse è un discorso più filosofico che tecnico.
E’ inevitabile che la tecnica evolva verso sempre migliori materiali per quanto riguarda telaio, freni, ecc… ma con l’elettronica si cambia (è proprio il caso di dire!) radicalmente il sistema. Che benefici potrebbe regalare all’atleta? Che vantaggi: sensibili o indifferenti? I primi feedback che arrivano dai corridori parlano di estrema facilità e velocità nel cambio, precisione e una buona affidabilità, salvo in caso di caduta in cui si potrebbero essere dei momenti di blocco.
E la Campagnolo? Aveva pronto un prototipo già nel 2002, ma la crisi del periodo ha rimandato il tutto dando un vantaggio ai giapponesi.
Il sistema aziona il cambio posteriore e il deragliatore anteriore, necessita di una piccola batteria posizionata sul porta borraccia e si aziona premendo un pulsante.
Bob Stapleton della Columbia ha decretato “Fra tre anni ogni bicicletta avrà il cambio elettronico, sarà come con l’iPod”. “Ma così la bicicletta non è più solo sforzo umano”, controbattono i puristi.
Mah, sarà quel che sarà: bolla di sapone o effettivo successo, un brocco non diventerà certo campione.
E voi cosa ne pensate?
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