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Al Giro d’Italia si vivono emozioni antiche: ieri il tema è stato quello della solidarietà, oggi invece non può che gravitare intorno all’amicizia e la riconoscenza, ma si potrebbero coinvolgere anche il rispetto e la signorilità. La vittoria di Paolo Tiralongo, benedetta da Alberto Contador, è un qualcosa che raramente si può vivere anche se è fin troppo facile sporcarlo, andando a cercare seconde ragioni. Ma è forse quella la vera ingenuità, dato che il gesto della maglia rosa è ciò che sembra. Nulla di più o di meno. Una gioia doppia per Contador, che rosicchia altri secondi sui rivali e si gode la vittoria dell’amico da una posizione privilegiata.
La solidarietà di cui vi abbiamo parlato ieri trova oggi la sua più fulgida espressione: la maglia rosa Alberto Contador esprime per l’ennesima volta il suo strapotere, ma si ferma dietro la maglia Astana dell’amico Paolo Tiralongo. Lo spagnolo ha spronato l’ex-gregario a partire ai -6km dopo un primo tentativo andato a vuoto.
E quando Gadret e Rodriguez hanno acceso la miccia in prossimità dell’ultimo km, Contador li ha saltati in poche pedalate, mettendosi in coda a Tiralongo e invitandolo a continuare nell’azione. Paolo non si è mai girato a controllare i movimenti dello spagnolo (come al contrario fece Rujano in Austria), perché sapeva che per niente al mondo sarebbe stato superato e tradito.
All’arrivo sono giunti in parata e per Tiralongo è stata la prima vittoria dopo un intero decennio (e oltre) da professionista vissuto senza successi, servendo e riverendo i colleghi più talentuosi. Il ciclismo è questo, ma come per la Luna vediamo sempre una sola faccia, c’è l’altra metà che rimane inesplorata e nascosta, facendo scudo per innumerevoli meteoriti.
Rimangono grandi crateri, ma nonostante queste cicatrici rimane sempre uno spettacolo per cui vale la pena esserci.
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